giovedì 22 marzo 2012

Passeggiata Fabrizio De Andrè

Sezze, 20 novembre 2005
di Ignazio Romano
Da piccoli ci hanno educati a rispettare la Natura, e per questo ci hanno portato a piantare gli alberi e ci hanno insegnato quanto sono preziosi per la vita. Da piccoli ci hanno educati ai valori della Libertà e della Democrazia, e per questo ci hanno portato al Monumento, dove una grande statua di bronzo ricorda (è bene ricordarlo) quanti hanno dato la loro giovane vita affinché noi potessimo avere un paese in cui la Natura la Libertà e la Democrazia fossero i valori fondamentali della convivenza sociale.
Ci hanno educati così, ricordate? Non so se quanto ci hanno insegnato fosse profondamente giusto, ma certamente ho sempre avuto la sensazione di essere libero di esprimere la mia opinione. L'opinione di un Cittadino che, rispettando le regole, ha il diritto ed il dovere di vedere rispettati, in quello che sente essere il "suo" paese, i principi fondamentali della convivenza.
Questo è quanto ci hanno insegnato. 
Non so se i vari Lidano, Carlo, Pino, Giovanni, Antonio, Francesco, Vincenzo ecc. se lo ricordano.
Cosa stiamo insegnando ai nostri giovani?
Che la natura da fastidio ed al posto degli alberi è meglio piantare cartelloni pubblicitari? 
Che la libertà è quella di fare ciò che più ci conviene?
Che la democrazia è un sistema autoritario che scende dall'alto e non ammette dialogo?
Quando a "DEMOCRAZIA" (governo del popolo, è bene ricordarlo) nell'estremo tentativo di ottenere un dialogo, il Cittadino deve ricorrere all'aggiunta della parola partecipata... senza per altro ottenere alcuna risposta da chi governa... c'è qualcosa che non va.    
A Sezze il divario esistente tra chi amministra la cosa pubblica ed il Cittadino da tempo non permette più un sano sviluppo sociale. E questo perché in chi governa prevale la convinzione di avere dei privilegi e non il dubbio imposto dai doveri. Ma oggi il divario sociale è diventato un abisso, ed io, e tanti con me, sentono il rischio di non riuscire più a dare ai giovani la possibilità di un paese in cui credere in sani principi. Vorrei ricordare ai vari Lidano, Carlo, Pino, Giovanni, Antonio, Francesco, Vincenzo ecc. le parole di uno dei padri fondatori della Democrazia. 
E questo nella speranza che possa insegnare ad altri quello che a me è stato insegnato.
“Qui ad Atene noi facciamo così. Il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi per questo è detto Democrazia. Un Cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private. Ma in nessun caso si occupa delle pubbliche faccende per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così, ci è stato insegnato a rispettare i magistrati e c'è stato insegnato a rispettare le leggi, anche quelle leggi non scritte la cui sanzione risiede soltanto nell'universale sentimento di ciò che è giusto e di buon senso. La nostra città è aperta ed è per questo che noi non cacciamo mai uno straniero. Qui ad Atene noi facciamo così" .….
Pericle, padre della Democrazia  

PASSEGGIATA FABRIZIO DE ANDRE'http://www.setino.it/studio-15.htm
"La vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi: ventiquattro mila chilometri di foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso. I sardi a mio parere deciderebbero meglio se fossero indipendenti all'interno di una comunità europea e mediterranea."

Queste le parole di Faber...

Nessun commento:

Posta un commento