martedì 18 giugno 2019

Lo spazio Urbano e l'identità collettiva - San Lidano D'Antena a Sezze.

Grazie a San Lidano, dopo una lunga pausa, ho deciso di tornare a scrivere un breve pezzo sul mio blog nato quasi 10 anni fa. 

Il lungo periodo di pausa non ha certamente modificato la visione di città che continuo a conservare e che necessita di una narrazione continua. Quando si esprimere un opinione su temi di carattere urbano che coinvolgono l'immaginario collettivo, nella maggior parte dei casi, si generano posizioni non sempre  coincidenti. A questo punto, la politica dovrebbe esercitare la propria funzione di mediazione con l'obiettivo di sciogliere nodi apparentemente complessi. 
Non molto tempo fa a Sezze, paese dei miei Natali, in cui vivo e in cui esercito il ruolo di Consigliere Comunale di Opposizione, qualcuno ha pensato bene di piazzare la statua di San Lidano, patrono della città, sulla terrazza del Belvedere della Piazza del Duomo, nel cuore del centro storico della città. Non voglio entrare nel merito dell'iter amministrativo e tecnico che presentano enormi lacune per le diverse illegittimità riscontate ma, voglio soffermarmi sull'aspetto legato al vivere di una comunità la quale, sta cercando di difendere con tutte le proprie forze quel piccolo pezzo di città non contaminato. In virtù di questo sentimento, voglio riportare un passaggio esplicitato dal comitato spontaneo Muro della Tèra nato per la difesa e la salvaguardia dello spazio urbano oggetto della contesa...

“lo spazio libero ed infinito verso l’orizzonte, fino al mare e alle isole Pontine, che sorprende ed affascina tutti i visitatori della Cattedrale nell’atto di entrare in Piazza Duomo attratti dalla bianca facciata ed accorgendosi all’improvviso, voltando lo sguardo verso destra, dell’infinito libero spazio che dona la visuale verso l’orizzonte. Inoltre per i sezzesi quello spazio è molto di più. Ognuno ha ricordi legati a quell’affaccio ogni volta sempre più sorprendente. Ci sono storie, aneddoti, poesie dialettali e memorie intime che hanno visto quello spazio libero di contemplazione, magari dopo matrimoni  e funerali dei propri cari, come luogo ideale che nel cuore è rimasto a molti sezzesi. Forse, quello è l’ultimo luogo incontaminato e non deturpato da orpelli e suppellettili architettoniche che è rimasto a Sezze, e di un valore naturalistico e paesaggistico inestimabile. Peraltro, proprio nello spazio sottostante a quell’area, oggi difficilmente raggiungibili e in stato di abbandono, ci sono delle grotte ad alta volta che contenevano ossari ed altre strutture antiche.”

E' da queste parole che si evince il valore inestimabile di quel luogo. Non ho nulla in contrario alla statua ma, rimango del parere che sarebbe un grave errore collocarla al centro della terrazza del Belvedere, luogo storico ed identitario per intere generazioni setine. Non è automatico che la valorizzazione degli spazi urbani sia direttamente proporzionale a quanti elementi vi si inseriscono dentro per riempire i vuoti spaziali. Spesso accade che uno spazio apparentemente vuoto è di una bellezza che va aldilà di qualsiasi riempitura si possa immaginare. E proprio quel fazzoletto di terrazzo del "Muro della Tèra è bello ed unico perché libero da qualsiasi "orpello".

Attualmente i lavori sono sospesi per una serie di difformità tecniche e da quest'episodio è nato un vero dibattito che ha risvegliato una coscienza collettiva sopita ormai da anni.
Molti scrivono di una "esagerazione" per aver sollevato dissapori e aver manifestato contrarietà alla collocazione della statua in quel punto esprimendo un'opinione al riguardo e per aver trovato il coraggio di voler partecipare ad un dibattito pubblico. Io sono dell'idea che questa piccola manifestazione di partecipazione collettiva su un tema d'interesse pubblico dovrebbe far riflettere tutti sull'importanza che suscita uno spazio urbano soprattutto se legato alla memoria storica ed alla narrazione collettiva di intere generazioni. La politica oggi, più che in altri tempi, deve essere interpretata come uno strumento a servizio della comunità e in difesa e valorizzazione del bene comune. A tal fine, auspico in una risoluzione della questione con lo spostamento di questo povero Santo che non avrebbe voluto generare tanta discordia. 

Nell'immagine una vignetta di Catalina Stan per gentile concessione del Direttore Lidano Grassucci del "Fatto a Latina".


Vignetta di Catalina Stan per gentile concessione del Direttore Lidano Grassucci