martedì 28 maggio 2013

VIALE DEI CAPPUCCINI A SEZZE (LT) E I SUOI OLMI PERDUTI

L'albero rappresenta un elemento naturale che è direttamente collegato alla mia infanzia. La casa paterna in cui ho vissuto per 20 anni, confinava con un terreno pieno di alberi di ulivi, albicocche e fichi.
Tra le cose più piacevoli che ricordo, una era quella di salirci sopra e meditare per ore.
Ho imparato a scalare gli alberi alla tenera età di 6 anni e su un albero ho imparato la tabellina del "nove". Ricordi a non finire legati alla maestosità degli alberi. Creature viventi tra le più affascinanti sulla faccia della terra. 
Questa premessa l'ho voluta fare per sottolineare l'offesa fatta, da parte degli amministratori di Sezze (LT), alla  mia sensibilità ed a quella di tutti i cittadini che sperano in un futuro migliore e più virtuoso, con la radicale e scellerata scelta di tagliare un filare di 9 olmi alti 12 metri in uno spazio collettivo.

Circa un mese fa, un amico del gruppo "In difesa dei beni archeologici" di cui faccio parte, mi chiamava chiedendomi se sapevo qualcosa relativamente al taglio degli olmi di viale dei Cappuccini a Sezze (LT), il paese dei miei natali che, dal 2010 mi ospita nuovamente, dopo una lunga pausa metropolitana.
Rispondevo sconcertata di non sapere nulla e così dopo un giro di veloci e disperate telefonate, siamo riusciti a scoprire che era proprio vero. 
Un progetto denominato "Recupero dell'immagine di viale dei Cappuccini" che prevedeva l'abbattimento di un filare di 9 olmi di alto fusto, per lasciare spazio al una lastricata di porfido proveniente dal Trentino o dalla Cina. 
Da quel momento è partita una dura battaglia in difesa di quel filare che, secondo Noi, rappresentava un bene comune di grande valore ambientale e culturale da salvaguardare. 
Senza rinunciare al marciapiede abbiamo fornito soluzioni tecniche alternative che prevedevano l'integrazione del filare esistente. Siamo stati ricevuti dal Sindaco, abbiamo partecipato alle commissioni, abbiamo continuamente scritto e fatto appelli ai nostri amministratori invitandoli al rispetto delle normative vigenti ed adottate.
Alla fine della storia, i signori che dovrebbero amministrare il paese, hanno incaricano un agronomo che ha condannato a morte gli olmi perché malati di grafiosi, pericolosi per la stabilità e di conseguenza per l'incolumità pubblica.
Questo incarico è stato ufficializzato solo dopo il nostro appello al rispetto della normativa vigente ed adottata in particolar modo all'art. 25 del nuovo P.U.C.G.che recita:

"Dovranno essere rigorosamente conservate le alberature di alto e medio fusto esistenti, salvo che si riscontrino condizioni di degrado delle stesse nel qual caso andranno sostituite, nella misura di due nuovi esemplari per ognuno di quelli asportati, di analoghe essenze e comunque autoctone."

Quali potevano essere le condizioni di degrado?
La malattia e di conseguenza la sicurezza pubblica.

Perché per la realizzazione del marciapiede dell’ex viale dei cappuccini sono stati commissionati ben due progetti? Perché il primo, che prevedeva il marciapiede dalla parte opposta al filare di olmi, quindi più funzionale, è stato abbandonato? 
Perché si è sentita la necessità di incaricare un altro progettista per redigere un secondo progetto e cambiare l’ubicazione del marciapiede? 
Perché nel progetto gli olmi figurano come malati da estirpare se la relazione vegetazionale per giustificarne l’espianto è stata commissionata solo il giorno prima del taglio? 
Se invece dalla relazione vegetazionale fosse risultato, al contrario, che gli olmi erano sani, quale sarebbe stata la sorte del marciapiede e dei lavori già appaltati ed iniziati? 
Tutto questo ci spinge a ritenere che il taglio degli alberi è stato solo il frutto di una scelta politica strabica e sorda alle richieste dei cittadini, che niente e nessuno avrebbe mai potuto fermare la scellerata decisione di privare il paese di un bene così prezioso.


canzone registrata dal vivo
Lucia Viglianti voce
Antonello Vannucchi pianoforte
il giardino di Maria


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